Pur se confortanti i dati ci dicono che siamo in ritardo rispetto all’obiettivo di triplicare la produzione entro il 2030. Le rinnovabili saranno uno dei temi al centro del G&B Festival di Milano.

Bene, ma non abbastanza. Si può riassumere così il cammino globale delle energie rinnovabili nel corso del 2024 e nei primi mesi del 2025. Bene, perché in tutto il mondo, sono stati aggiunti quasi gigawatt di potenza fotovoltaica e 117 di eolica. Non abbastanza, in quanto la crescita non riesce ancora a raggiungere i livelli necessari per centrare l’obiettivo globale di triplicare l’energia rinnovabile entro il 2030 fissato alla Cop28 di Dubai: ciò richiederebbe una crescita della capacità del 16,6% ogni anno fino al 2030, mentre l’anno scorso l’aumento è stato del 15,1% rispetto al 2023, raggiungendo i 4.448 gigawatt totali. Il che fa dire all’Agenzia internazionale per l’energia (Iea): “Prevediamo che la capacità globale di energia rinnovabile crescerà di 2,7 volte entro il 2030, superando le attuali ambizioni dei Paesi di quasi il 25%, ma non riuscendo a triplicarla”.

Il boom del solare

Nel dettaglio, gli impianti solari nel 2024 hanno fatto registrare un impressionante aumento del 33% rispetto all’anno precedente (ma nel 2023 si era toccato addirittura un +85%). Il solare ha rappresentato l’81% di tutta la nuova capacità di energia rinnovabile aggiunta a livello mondiale. Pur restando un contributo modesto alla produzione complessiva di elettricità, la quota del solare è salita al 7% nel 2024, quasi raddoppiando in soli tre anni. Merito della “migrazione” degli investimenti.

Secondo la Iea, tra il 2015 ed il 2024, gli investimenti globali in combustibili fossili sono scesi da 1.374 miliardi di dollari a 1.116, mentre quelli nel settore delle energie pulite sono incrementati del 78%, passando da 1.080 miliardi di dollari nel 2015 a ben 1.923 miliardi nel 2024.La produzione di elettricità fotovoltaica è dominata dalla Cina. Ma nel 2024 gli Stati Uniti hanno raggiunto un record di 50 gigawatt, con un aumento del 54%. E l’India ha registrato una notevole ripresa, con un aumento del 145% a 30,7 gigawatt, riconquistando il terzo posto. Spagna, Italia e Giappone si collocano al 6°, 8° e 9° posto, con installazioni rispettivamente di 8,7, 6,8 e 6,2 gigawatt.

Il record dell’eolico

L’industria eolica, invece, nel 2024 ha installato un record di 117 gigawatt di nuova capacità a livello globale. In prospettiva futura, lo scorso anno è stata assegnata in tutto il mondo una capacità eolica offshore di 56,3 gigawatt. L’Europa ha fatto da apripista, con 23,2 gigawatt assegnati in Europa, seguita dalla Cina con 17,4.Considerando la capacità rinnovabile installata totale, inclusi solare ed eolico, la Cina ha raggiunto 1.456 gigawatt nel febbraio 2025, superando per la prima volta la capacità di energia termica. Il boom di fotovoltaico ed eolico impone una accelerazione nei sistemi di accumulo. E in effetti nel 2024 sono stati installati in Europa 21,9 GWh, segnando l’undicesimo anno consecutivo di installazioni record e portando la flotta di batterie totale europea a 61,1 GWh. Tuttavia, il tasso di crescita annuale è rallentato al 15% nel 2024, dopo tre anni consecutivi di raddoppio della capacità aggiunta.

L’Europa e l’Italia

Dopo la Cina, l’Unione europea è l’area in cui le rinnovabili sono cresciute di più tra il 2017 e il 2023. Un secondo posto che, secondo la Iea, la Ue conserverà anche nel periodo 2024-2030, con 552 gigawatt in più rispetto ai 498 degli Stati Uniti. E nello scenario più ottimistico, l’Europa al 2030 si troverà a ospitare il 13% della capacità rinnovabile installata, contro il 45% della Cina e il 9% degli Usa.E in Italia? A monitorare la situazione nel nostro Paese, tra gli altri, è Legambiente che poche giorni fa ha pubblicato l’edizione 2025 del suo storico rapporto Comuni Rinnovabili. “Vent’anni di nuove installazioni hanno permesso di arrivare, alla fine del 2024, a una copertura del 41,2% del fabbisogno elettrico nazionale”, scrivono gli esperti dell’associazione.

“Una rivoluzione che non ha portato solo megawatt installati, ma anche ad una crescita di posti di lavoro nel settore e che nel mondo tocca quota 16 milioni di unità, di cui 1,81 milioni nell’Unione europea e 212mila in Italia, seconda tra gli stati membri dopo la Germania”.

Chi produce i pannelli

Resta uno squilibrio cruciale per il futuro delle rinnovabili e l’indipendenza energetica: ancora nel 2030 la Cina sarà il principale produttore di tecnologie per il fotovoltaico, con oltre l’80% del mercato. Nel frattempo altri Paesi potrebbero aver recuperato terreno, soprattutto Stati Uniti e in India. “Anche se oggi – fa notare la Iea – costruire moduli fotovoltaici negli Usa e in India costa da due a tre volte di più che in Cina. Un divario destinato a perdurare nel prossimo futuro”.

Riproduzione: Repubblica.it

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