Nel 2025 il mercato delle TV locali italiane sta attraversando una fase di forte trasformazione, caratterizzata da innovazione tecnologica, cambiamenti nei modelli di consumo e criticità strutturali che penalizzano soprattutto gli operatori di dimensioni minori. La transizione verso il nuovo standard digitale terrestre DVB-T2, prevista da anni, si è rivelata complessa e insoddisfacente. Il ritardo nell’adozione diffusa del DVB-T2/HEVC ha creato un regime “ibrido” che penalizza le TV locali: queste emittenti dispongono di una banda molto più ridotta rispetto a quanto promesso, non riuscendo a trasmettere in alta definizione o dovendo abbassare la qualità dei canali standard. Questa situazione crea una forte disparità competitiva rispetto ai grandi broadcaster nazionali, che possono trasmettere in HD e utilizzare il simulcast per massimizzare la copertura. Le TV locali, inoltre, devono sostenere costi operativi e canoni per una capacità trasmissiva che di fatto non possono sfruttare appieno, drenando risorse che sarebbero fondamentali per l’innovazione e la sopravvivenza. L’incertezza sulla data definitiva dello switch-off e l’assenza di incentivi statali per i consumatori aggravano ulteriormente il quadro, lasciando il settore in un limbo che frena investimenti e sviluppo.

Il risultato è un sistema televisivo a due velocità:

– I grandi broadcaster nazionali (Rai, Mediaset, Sky) navigano la transizione con maggiore flessibilità e risorse.

– Le emittenti locali sono fortemente penalizzate, con un impatto negativo sulla qualità dell’offerta, sulla competitività e sul pluralismo informativo a livello territoriale.

Nel 2025, il consumo di contenuti televisivi in Italia resta alto (media giornaliera di 3 ore e 24 minuti), ma la fruizione si sta spostando sempre più verso piattaforme digitali e streaming, con una crescente rilevanza delle Connected TV (CTV) e dei canali FAST (Free Ad-Supported Streaming TV).

Il pubblico dedica ormai il 41% del tempo televisivo allo streaming, e le soluzioni AVOD (Advertising Video on Demand) superano per la prima volta le opzioni SVOD (Subscription Video on Demand) in termini di reach. La pubblicità televisiva tradizionale perde terreno a favore del retail media e della pubblicità digitale, con una crescita sostenuta dell’online che compensa il calo del broadcast tradizionale. L’innovazione tecnologica (intelligenza artificiale, programmatic advertising) e l’integrazione della CTV nei piani marketing sono considerate chiavi per la competitività futura.Le difficoltà tecniche ed economiche rischiano di mettere a repentaglio la sostenibilità di molte emittenti locali, con possibili ricadute sull’occupazione e sulla capacità di garantire informazione pluralista e radicata sul territorio.

Le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme sul rischio di un progressivo impoverimento del panorama mediatico locale. Le TV locali italiane nel 2025 sono quindi in una fase di incertezza e sfida: la sopravvivenza dipenderà dalla capacità di innovare, digitalizzarsi e trovare nuovi modelli di business, in un contesto sempre più dominato dai grandi gruppi e dalle piattaforme globali.

Giuseppe Incarnato

Chairman & Ceo IGI INVESTIMENTI GROUP

Commento sull’andamento dell’ Industria emittenti televisive in Italia a cura di GIUSEPPE INCARNATO Chairman & CEO IGI INVESTIMENTI GROUP

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