Per l’azienda lo smartworking applicato ha avuto come presupposto una standardizzazione dei processi operativi interni sia di produzione sia di approccio organizzativo. Riscrivere, rimappare il flusso di operatività donando al ciclo di produzione la capacità di garantire tempi e qualità di prodotto erogato ha costretto ad un ripensamento ed un affinamento dei prodotti, a volte una semplificazione degli stessi anche effettuando un repricing a favore del cliente stesso per garantire una coerenza tra costi-benefici e rapporto qualità prezzo adeguato e riconoscibile dal mercato.

Sviluppata la matrice di valore di produzione l’implementazione è stata realizzata e facilitata da punti di “sorveglianza” di processo che stimolassero a replicare le attività da remoto come se le persone fossero dentro lo stesso ambiente. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo di supporti unificati, sia come tavolo di lavoro che come strumenti di utilizzo. La disponibilità di software di vasto mercato che supportano processi telematici (Su tutti la piattaforma Google tra librerie elettroniche e sistemi di videoconference) ha senza dubbio facilitato l’implementazione operativa dei modelli.

La costante revisione delle attività,  integrata da RIV (“riunioni interne virtuali ” ) periodiche  di natura organizzativa ha consentito all’azienda di conservare e sviluppare un clima aziendale fatto di minori frizioni sociali, il bullismo esiste anche nei luoghi di lavoro…, e maggiore trasparenza di processo considerata la misurabilità del lavoro senza l’elemento dell’empatia fisica normalmente associata alla frequentazione del luogo di lavoro (il famoso fannullone simpatico che nelle grandi organizzazioni non manca mai).

Dal punto di vista del lavoratore la corretta costruzione del tempo lavorativo intorno al perno della virtualizzazione con precisi momenti di confronto organizzativo interno associato a contatto con il cliente finale ha fatto assistere a seguenti fenomeni quantitativi e qualitativi:

Azzeramento dei costi connessi all’andare al lavoro. Lo smartworking ha portato il lavoratore a considerare come risparmio il venir meno delle spese di trasporto necessarie a recarsi al lavoro come abbonamenti di treni, metro o, peggio, auto.

Riduzione dei costi per abbigliamento A questo risparmio economico va sommato il minor onere dell’abbigliamento per motivi lavorativi sia per quantità e varietà di guardaroba sia per usura stessa.

Il risparmio medio di questi due elementi, nell’ambito di un focus group realizzato su circa trecento lavoratori dei servizi finanziari, è stato stimato in circa 350 euro al mese con un’incidenza del 15% dello stipendio medio netto mensile del gruppo intervistato.

Gli aspetti qualitativi invece sono individuabili in:

Tempo lavoro netto uguale a tempo lavoro lordo. L’azzeramento dei tempi per entrare nelle virtual room del lavoro on line consente di eliminare i tempi del recarsi al lavoro.

Tale tempo viene recuperato per i rapporti relazionali e per proprie attività di svago.

Meritocrazia misurabile. Lo smartworking consente al lavoratore di esprimere la propria produttività individuale senza il rischio che la performance lavorativa non sia visibile.

Relazioni dirette ed immediate con l’intera filiera gerarchica e funzionale. L’utilizzo delle virtual room e comunicazioni elettroniche come le mail, già invero utilizzate anche quando si lavorava in ufficio, consentono un immediato contatto lungo tutta la filiera favorendo i controlli di processo sull’intera scala gerarchica evitando abusi del capo diretto.

AutoFormazione. Il flusso informativo verso il lavoratore risulta potenziato dal FAD: formazione a distanza che assume una somministrazione più fluida

Gli intervistati alla domanda se tornerebbero al vecchio modello di lavoro che prevede l’erogazione delle 40 ore settimanale presso il luogo di lavoro hanno risposto per il 95% che lo smartworking integrale è il miglior modello di lavoro. Il restante 5% ha risposto che un giorno a settimana andrebbero volentieri al lavoro ma solo per condividere un pranzo o chiacchiere confidenziali con i colleghi.

Il 100% del campione ritiene che cercherebbe un’altra azienda per lavorare, se cambiasse il modello di smartworking integrale.

Gli effetti dello smartworking sulla socialità del lavoro a cura di Giuseppe Incarnato Direttore Editoriale di LETTERA63 – ECONOMIA

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