L’economia dell’India continua a crescere anche in un contesto complesso con sfide legate ai dazi e con tensioni geopolitiche, quali sono i fattori che rendono questo paese così resiliente?
Un’economia resiliente, con molteplici motori di crescita e con un Pil, secondo l’Ocse, in crescita del 6,8% nell’anno fiscale 2024/25 (ovvero dal 1 aprile 2024 al 31 marzo 2025), slancio destinato a essere sostenuto anche nei prossimi anni. Di che paese stiamo parlando? Dell’India, la grande Tigre d’Oriente. Si tratta del Paese più popoloso al mondo, con una popolazione giovane e sempre più istruita che sta cambiando radicalmente lo stile di consumo, diventando anche protagonista del mondo delle nuove tecnologie.
India: un futuro che inizia oggi
Negli ultimi mesi il timore dei dazi statunitensi ha colpito tutto il mondo. Ma se è vero che nel breve termine le tariffe imposte da Trump potrebbero indebolire le esportazioni di beni e servizi, per l’India i fondamentali di crescita resilienti contribuiranno da un lato a mitigare i loro impatti, dall’altro a beneficiare di dazi imposti ad altri paesi Asiatici. Oltre a questo la crescita è trainata in larga misura dai consumi interni e le esportazioni statunitensi rappresentano solo il 2% circa del Pil indiano.
Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e quelle politiche sul confine con il Pakistan potranno creare volatilità nel breve termine, ma le prospettive di crescita a lungo termine rimangono intatte e la domanda dei consumatori rimarrà positiva.
Dalla teoria alla pratica: i settori in crescita
Come abbiamo visto, l’economia indiana sta crescendo con forza, basti pensare che negli ultimi 20 anni, le aziende indiane hanno registrato una crescita degli utili a due cifre, intorno al 15%, nonostante i periodi di crescita debole durante la crisi finanziaria globale o il Covid-19. Inoltre, se negli ultimi anni il focus è stato sui settori dell’industria e dell’energia, già dal 2025 si prevede una crescita più generalizzata. Ma quali sono i settori da tenere sott’occhio? Secondo la ricerca “India: La crescita dei consumi da “a K” diventa “a F”’ di Templeton Emerging Markets Equity, sono almeno tre.
1. Banche
Secondo le stime, non solo gli utili dei titoli bancari dovrebbero crescere tra il 6% e il 9%, ma rispetto alle medie storiche le valutazioni prezzo-valore contabile sono oggi a sconto. Guardando al medio termine, la revisione al rialzo del rating di valutazione e gli interessanti utili composti, aiutano a posizionare al meglio il settore. Inoltre, gli esperti si aspettano un ulteriore sostegno interno, dato da sani return on equity e sostenuti dall’aumento della leva finanziaria.
Inoltre, la digitalizzazione e le nuove tecnologie giocheranno un ruolo cruciale nella crescita delle banche. Con l’accesso ai servizi bancari e finanziari, un numero sempre maggiore di persone viene a conoscenza delle opportunità di investimento e detiene titoli in forma elettronica attraverso i conti dematerializzati. Bisogna anche considerare che, negli ultimi 10 anni il numero di individui in grado di richiedere formalmente un prestito è più che raddoppiato, a fare la differenza, sono state le piattaforme online che permettono agli utenti di familiarizzare con il mondo bancario in ogni aspetto: dalla creazione di un conto, all’ottenimento di carte di credito, passando anche per investimenti e, chiaramente, la richiesta prestiti.
2. Beni di consumo discrezionali
In un Paese in cui i giovani hanno un livello di educazione sempre più alto, migliori prospettive di impiego e quindi maggiore capacità di spesa, le necessità cambiano. Questo è proprio quello che sta iniziando ad accadere in India, dove anche i modelli di spesa si stanno spostando verso beni e servizi di qualità superiore. Che si tratti del quick commerce, del settore dell’ospitalità, di agenzie viaggi o vendita di auto, le richieste stanno cambiando, aprendo nuove opportunità per gli investitori.
Il trend del food delivery a domicilio, ad esempio, è già esploso in Cina, con un mercato che oggi vale 160 miliardi di dollari, ma anche l’India sta iniziando a muoversi in quella direzione. Nel 2022, questo mercato ha generato un fatturato di 4,2milioni di dollari in India e si prevede che raggiungerà 15,7 milioni entro il 2030, con un tasso annuo di crescita composto (Cagr) del 18,1% dal 2023 al 2030.
Un altro settore che continua a crescere è quello dell’healthcare: reddito in crescita significa anche aumentare la spesa nel settore sanitario, stimolando la crescita di catene ospedaliere e aziende farmaceutiche.
3. Settori industriali
Nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, sono molte le aziende che hanno voltato le spalle alla Cina e hanno iniziato a guardare all’India come possibile alternativa. Un esempio su tutti è Apple che nell’anno fiscale 2024/25 ha prodotto in India iPhone per 22 miliardi di dollari, quasi il 60% in più rispetto ai 12 mesi precedenti. L’India rappresenta oggi una tra le mete predilette per le aziende che desiderano diversificare la loro catena di approvvigionamento e questo apre molte opportunità per il settore industriale e delle infrastrutture indiano. Ma non sono solo gli investimenti esteri a spingere questi settori. Anche grazie al sostegno del governo all’attività manifatturiera, il capex in percentuale del Pil è quasi raddoppiato tra il 2020 e il 2024, passando dall’1,7% al 3,2%. A beneficiarne, indirettamente, sono anche le aziende che forniscono l’energia necessaria alla produzione manifatturiera. E, in generale, secondo gli esperti di Euromobiliare AM SGR, “si tratta di un ambiente favorevole alla crescita degli investimenti e alla creazione di posti di lavoro, che genera valide opportunità di investimento in segmenti quali le infrastrutture, l’energia verde e lo sviluppo immobiliare, oltre alla produzione stessa”.
Insomma, nonostante le sfide temporanee, la resilienza dell’economia indiana, unita alla continua crescita dei consumi interni, la rende una delle economie più promettenti a livello globale. . La nuova soluzione d’investimento va ad arricchire la gamma d’offerta e sarà proposta alla clientela private del Gruppo Credem tenendo conto dei profili di rischio e dell’orizzonte temporale di ogni investitore.
Riproduzione: We-wealth.com
