Il settore della distribuzione intermedia dei farmaci in Italia è sotto pressione per la bassa remunerazione imposta dalla normativa, in particolare per i farmaci di classe A (rimborsati dal SSN), con margini che spesso non coprono i costi operativi. I distributori intermedi ricevono una remunerazione del 3% sul prezzo del medicinale, che risulta insufficiente: si stima una perdita di oltre 25 centesimi per ogni confezione consegnata alle farmacie, mettendo a rischio la sostenibilità del servizio e circa 17.000 posti di lavoro nel settore.
La legge di bilancio 2025 prevede un incremento della remunerazione dello 0,65% sul prezzo dei farmaci di classe A e un contributo aggiuntivo per gli anni 2026-2027, riconoscendo la necessità di sostenere il comparto, fondamentale per la continuità della filiera e la tutela dei cittadini. Il mercato della parafarmacia in Italia è in forte espansione, con una dimensione stimata di 1.224,73 miliardi di dollari a livello globale nel 2023 e un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 6,6%.
In Italia, il valore del mercato delle parafarmacie è di circa 850 milioni di euro, con oltre 8.200 addetti e una rete capillare di esercizi (una farmacia ogni 3.500-5.000 abitanti). La crescita è trainata dall’invecchiamento della popolazione, dall’aumento delle malattie croniche e dalla diffusione dell’e-commerce, che sta rivoluzionando le abitudini di acquisto e ampliando la gamma di prodotti disponibili.
L’industria farmaceutica italiana si conferma tra le più dinamiche a livello globale: tra il 2021 e il 2023 l’export è cresciuto del 47%, raggiungendo nel 2023 un valore di 49,1 miliardi di euro su una produzione totale di 52 miliardi.
I medicinali rappresentano l’84% dell’export farmaceutico italiano. La propensione all’export del settore ha superato il 90% della produzione nel periodo 2019-2023, una crescita significativa rispetto al passato.
L’Italia è il sesto paese al mondo per export farmaceutico, con una quota globale salita dal 5% nel 2018 al 6% nel 2023. I principali mercati di destinazione sono Belgio (15% dell’interscambio totale), Stati Uniti (14%), Svizzera (12,7%), Germania (12,5%), Paesi Bassi (8%), Cina (6%), Irlanda (5,8%) e Francia (5,5%). Il 64,7% dell’export e l’81,8% dell’import farmaceutico italiano sono concentrati nei paesi europei, con l’Unione Europea che rappresenta la componente maggioritaria degli scambi.
La crescita dell’export farmaceutico italiano ha superato in valore quella di competitor come Stati Uniti e Germania negli ultimi anni, confermando la resilienza e la competitività del settore anche a fronte di nuove sfide come dazi e serializzazione dei prodotti. L’e-commerce e la digitalizzazione stanno trasformando sia la distribuzione di farmaci che di parafarmaci, offrendo nuove opportunità ma anche aumentando la concorrenza tra canali tradizionali e online.

Giuseppe Incarnato
Chairman & Ceo IGI INVESTIMENTI GROUP
