La politica industriale ed economica di un Paese è sempre il risultato di una visione complessiva dello stato dell’arte, delle relazioni internazionali e soprattutto della capacità di impresa esistente in un Paese.

Dismessi i tempi dell’autarchia dove le politiche protezionistiche servivano per far germogliare durante la rivoluzione industriale le prime industrie, l’Italia si trova di fronte alla necessità di pensare come gestire la rivoluzione produttiva portata dall’intelligenza artificiale. In realtà, un po’ di imbarazzo serpeggia dappertutto in Europa perché dalla rivoluzione dei servizi finanziari a quella odierna ci sono state altre tre rivoluzioni ignorate o quasi dagli europei: quella delle telecomunicazioni, quella informatica e quella dei pagamenti che con molta miopia sono stati gestiti semplicemente facendo finta che non esistessero. Probabilmente, ed il principio di buona fede è d’obbligo, perché’ si pensava che il mondo fosse globalizzato nella pace, almeno sui grandi poli che assicuravano industria del software e industria dell’hardware. Ed invece, dal febbraio 2022, le scaramucce commerciali tra Cina e Usa hanno assunto una connotazione di antagonismo aggressivo per assicurarsi il primato in quella che si presenta come la madre di tutte le rivoluzioni produttive: la creazione dell’intelligenza artificiale che, in sintesi, a parere di chi scrive, è una super-rivoluzione di vita perché’ è la prima volta che l’uomo delega la “creazione” alla sua stessa intelligenza.

Sinora avevamo sperimentato automazione, efficientamento, migliorie, ottimizzazioni, risparmio ma mai prima di ora avevamo immaginato di poter evolvere in maniera tecnologica diventando capaci di “delegare” non solo l’esecuzione di azioni, quello lo facciamo da tempo, non solo farci sostituire in compiti che non ci interessano più, sia in ambito produttivo che militare, ma stavolta siamo stati capaci di immagazzinare il nostro sapere e trasformarlo in un processo sequenziale capace di generarsi, rigenerarsi e autogenerarsi.

Questo ci porterebbe ad una esclamazione anche un po’ scurrile…. per sdrammatizzare si intende… ma la portata di questa super-rivoluzione non sfugge neanche alla casalinga di Voghera….

Ecco il motivo di un antagonismo sempre più acceso tra due superpotenze della conoscenza che hanno guidato le rivoluzioni totalmente ignorate dagli europei e che hanno, Cina e USA, le carte in regola per poter imporre l’intelligenza artificiale che loro desiderano. E qui vi è la massima partita. A seconda di quale delle intelligenze artificiali prevarrà avremo una modellazione di produzione e stili d vita che rifletterà i valori dei suoi produttori e dei suoi manutentori.

Cosa fare?

Suggerirei di non fare come i Samurai rigidi ai loro principi e pretendere che nulla cambi degli antichi valori. Non farei neanche come i Gattopardi siciliani….

Adotterei uno stile di utilizzare e fare entrare a pieni polmoni l’aria nuova dell’INTELLIGENZA ARTIFICIALE nei processi di lavoro e produttivi ed invece allontanarla, staccandole la spina, nella sfera della socializzazione umana. Su questo vedo che la GEN Z, come la chiamiamo noi, potrebbe insegnarci molto. Osservando le nuove generazioni, loro studiano utilizzando chat gpt ma poi …si divertono sui social network e recuperano tutta la spontaneità dei rapporti umani relegando la tecnologia a pura infrastruttura.

Nel numero di maggio 2025 troverete il nostro punto di vista ed analisi di alcuni fenomeni di fondo che occupano quotidianamente le pagine dei giornali mondiali e che consentono di leggere in chiave economica gli accadimenti di politica internazionale, i riassetti produttivi, i flussi migratori, le aspettative finanziarie degli investitori ed il ritorno alla globalizzazione post-pandemia.

Giuseppe Incarnato

Chairman & Ceo IGI INVESTIMENTI GROUP

L’Editoriale di Giuseppe Incarnato su LETTERA63.IT maggio 2025

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